…in matura aetate nescitur: Ciò che non s’impara in gioventù, in vecchiaia non lo si sa.
Bellezza, vita, passione… quante cose affascinanti incastonate nell’ampiezza espressiva e nella precisione logica di una lingua. Il latino infatti, per i nostri alunni, è prima di tutto bello, edificante e appassionante.
I fatti lo possono spiegare meglio: alle medie Maria Mater Sapientiae, in seconda, introduciamo il latino in quanto lingua della nostra cultura e materia altamente formativa sia per la persona che per le sue capacità espressive, logiche e di analisi critica. Inoltre, è da sempre la lingua della Chiesa.
Per tutti questi motivi, è un’offerta che riteniamo preziosa, ma abbastanza impegnativa da farci prevedere comunque una prima reazione non molto entusiasta. Potete quindi immaginare il piacevole senso di stupore di tutti gli insegnanti quando un ragazzo, dopo aver imparato l’Ave Maria in latino, ha chiesto di poter recitare una decina del Rosario in quella lingua perché “gli suonava meglio”!
Nelle settimane successive, durante i riposi, abbiamo notato un intenso passaggio di bigliettini, e nell’arco di un mese sempre più alunni, anche delle elementari, hanno cominciato spontaneamente a recitare in latino la quotidiana decina del Rosario con passione crescente. Finché un giorno, udendo una bimba di prima elementare guidare la decina con le antiche parole della Chiesa, noi adulti abbiamo messo a fuoco, non senza commozione, quale fosse il meraviglioso traguardo raggiunto: questi piccoli hanno imparato ad apprezzare la bellezza delle nostre radici, accostandosi con gioia al ritmo musicale della preghiera dei giganti che ci hanno preceduto. Ognuno di essi, con grande naturalezza, ha iniziato a nutrire curiosità e interesse per lo studio delle nostre origini e si è incamminato, al suo passo, più o meno piccolo, su una strada che sa coniugare la crescita umana con quella culturale.
Ci auguriamo che un domani questi saranno uomini e donne fondati nella fede, solidi nelle conoscenze, profondi nei ragionamenti e nella capacità di discernere, ogni giorno, la propria splendida strada.