Incontri d’autore: SILVANA DE MARI

Lo scorso inverno Silvana De Mari è giunta a Trieste per una conferenza. Proprio in quei giorni noi stavamo finendo di leggere il suo “L’ultimo elfo”, un libro bellissimo che abbiamo molto amato. Allora, tramite alcuni conoscenti, abbiamo provato a contattarla per chiederle di incontrarci e… ci ha risposto di sì!!!

Così, in una freddissima mattina di febbraio, abbiamo avuto il grande onore di incontrare la nostra scrittrice preferita. Lei era molto raffreddata, e persino con la febbre, ma ci ha dedicato egualmente un paio d’ore del suo tempo, forse incuriosita da questa nuova specialissima scuola. Ci ha spiegato, con parole semplici ed efficaci, che cos’è la letteratura fantasy e perché è così importante e tanto diffusa. E poi… è successo l’incredibile. Un ragazzino di prima media ha chiesto: “Scriverai una storia su di noi?”

“Certamente!” è stata la sua pronta risposta. Ci ha contati, ha preso fiato, e con queste parole ha iniziato la sua fantastica storia…

C’erano una volta cinque gnomi che vivevano in un villaggio vicino ad un’ampia e luminosa palude. I grandi uccelli facevano i loro nidi tra i canneti ed il cielo si specchiava limpido sulle superfici lisce dell’acqua.

Gli abitanti di quel villaggio avevano vissuto molto bene per anni grazie alla palude. Grazie ai pesci che potevano pescare, grazie alle canne con cui costruivano le capanne, grazie alle anatre a cui ogni tanto rubavano le uova.

Ma poi era successo qualcosa… e la palude era diventata triste e buia, e terribile, e nessuno osava più andarci. La notte si sentivano dei lamenti e qualcuno aveva visto delle strane ombre.

I cinque gnomi dovevano cercare di capire cos’era successo alla palude, perché ormai la loro terra non aveva più niente. Le capanne di canne erano sempre più rovinate, sempre più vecchie, e i bambini si dividevano i pochi pesciolini.

Erano cinque gnomi giovani, avevano tutti quanti tra gli ottanta e i centoventi anni, e addirittura tre di loro non avevano nemmeno la barba bianca, ma ce l’avevano ancora marrone. Perciò si sperava che il loro vigore potesse aiutare.

Arrivarono alla palude di giorno, fecero molta attenzione ad arrivare sul bordo della palude in maniera che fosse l’una e il sole fosse alto nel cielo, perché la palude di notte faceva proprio paura.

Ma anche così… era tutto grigio, una grande nebbia inghiottiva tutto, e c’era un odore di putrido, di qualcosa di sgradevole, di qualcosa di terribile. E finalmente lo gnomo più anziano disse: -Qui ci dev’essere una qualche magia, dev’essere successo qualcosa.

E lui disse (indicando uno dei nostri alunni): -Noi non crediamo alle magie, sono superstizioni per le vecchie zie. Noi siamo persone razionali. Magari è successo che una falda acquifera si è inquinata.

E lui disse (indicando un altro alunno): -Ma qui c’è qualcosa che è dolore, qualcosa che è desolazione.-

E lui disse: (l’indice segna un altro ragazzo): -Cominciamo a guardare dappertutto. Vediamo se ci viene in mente qualcosa.

E lui disse (un altro): -Ma la palude è molto grande, come facciamo a guardare dappertutto? Siamo alti così! Almeno avessimo un cavallo…

A quel punto finalmente successe qualcosa. Dal centro della palude si sentì una voce.
E questa voce disse: -Aiutatemi, che mi venga fatta giustizia!

Allora i cinque gnomi decisero di andare al centro della palude.

E lui (l’ultimo) disse: -Adesso Cerchiamo un grosso tronco. Saliamo su questo tronco, che ci faccia da barca.

-Primo, non ci sono tronchi, non ci sono più nemmeno i canneti, dove vuoi che lo prendiamo il tronco? Secondo, mi sembra molto azzardato… io ci penserei bene…- gli rispose uno degli gnomi.

-In effetti qui il tronco non c’è, bisogna riconoscerlo. Ma se c’è qualcosa di magico forse non è necessario che andiamo al centro della palude.

-Certo! Perché, visto che c’è la magia, dobbiamo risolverla con mezzi magici!

-Come facciamo?

-Nella maniera più facile! Chiediamo alla voce. Cosa possiamo fare per te?- domandò.

-Sono il corpo di una fanciulla. E mi è successa una cosa orribile: un orco malvagio mi ha rapito dalla mia casa… e mi ha rinchiuso qui. E il mio dolore sta ammorbando tutta la palude.

-Scusa, ti ha messo sott’acqua? Come respiri?

-Con un incantesimo!- Infatti pure l’orco era magico. -E quindi il mio dolore sta distruggendo la palude…

-E non potresti soffrire un po’ meno? Così noi recuperiamo i pesci, le anatre e un po’ di canne per ripararci le capanne?- chiese uno degli gnomi.

-No! Il mio dolore è assoluto.

-Vabbé… E cosa possiamo fare?

-Liberarmi.

-Ehm… Bella idea! Come?

-Dovete affrontare l’orco!

-Giusto! In effetti è una risposta logica!

-Ti spiace se ci consultiamo un attimo tra di noi? Magari andiamo anche a…

-No!

-Perché?

-Può essere fatto solo questa notte. Perché questa è una notte speciale, è la notte più breve dell’anno. E questa è l’unica possibilità che avete per incastrare e incrinare la magia dell’orco.

A questo punto della storia Silvana si è interrotta.
“E poi?” ha chiesto un ragazzino.
“E poi… il finale lo scrivete voi!”

Pieni di entusiasmo ci siamo messi al lavoro. Abbiamo dato un nome ai nostri personaggi, abbiamo aggiunto descrizioni e particolari e… volete conoscere il finale?
A presto allora!

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